giovedì 13 ottobre 2011

tecnologia e cucina


Non mi capacito del fatto che l’aggiornamento a IOS 5 che ho fatto sul mio iPhone abbia apparentemente cancellato l’applicazione dove avevo amorevolmente salvato le mie ricette. Mi rendo conto, scrivendo, che è parecchio inusuale mettere nella stessa frase termini tecnologici, da “geek”, e questioni donnesche. Ma io sono il mix dei due. Dammi una cucina e due ricette e sono felice. Dammi un divano, un libro, una wii, un computer o l’ultimo modello della casa del fu Jobs, e sono altrettanto felice. Sono due felicità differenti: la prima, fa più Nonna Papera e mi permette di nutrire gli affamati (che non sono quei due giunchi delle mie coinquiline, loro restano fedeli alla loro dieta di gallette di riso e broccoli, o UN singolo cracker spalmato di marmellata… anche io mangio un solo cracker spalmato di marmellata, basta non menzionare di quanti metri sia lo spessore della marmellata!), la seconda mi permette di acquisire nozioni e soddisfazioni.
Basta parlare di me.
Oggi ero nel laboratorio di scrittura di Italiano, dove lavoro come tutor, e mi è capitato di guardare lo scaffale dove sono custoditi (e giammai prestati) film italiani o in lingua italiana. Ho immaginato che, dato lo spessore culturale delle professoresse italiane che insegnano lì, i titoli più ricorrenti sarebbero stati “Amarcord” o “La dolce vita”, seguiti da vari film di altissimo livello culturale. Sbagliato. Subito dopo ogni film possibile con protagonisti “Peppone e Don Camillo”, seguono vari capolavori del genere e si termina col botto: una registrazione su videocassetta della finale Italia-Francia del 2006, la nostra ultima, gloriosa coppa del mondo. Ora, numero uno, voglio sapere chi è il genio che ha inserito quella cassetta tra le opere italiane: undici tizi in braghette corte che, quando cantano l’inno italiano, sembrano undici tizi in braghette corte che fumano la pipa sott’acqua. Numero due, voglio sapere chi, nel 2006, ancora registra su videocassetta. Numero tre, in quale cavolo di mondo il calcio è diventato una rappresentazione dell’Italia? Dico, non lo si poteva lasciare all’Inghilterra con gli Hooligans?! Stavamo tanto bene noi con gli spaghetti ed il mandolino. E ovviamente la mafia. E l’immancabile gesto con le dita raccolte, che noi utilizziamo raramente per chiedere “cosa vuoi”, ma che secondo gli americani noi usiamo quotidianamente per dire qualunque cosa. “Come stai? E a casa tutti bene?” Gesto. “Mi scusi, mi indica l’ubicazione dell’impianto di acque chiare e scure?” Gesto.
Come si fa a fare capire agli americani come stanno le cose in Italia senza offenderli o apparire snob? O peggio ancora, critica?
Il fatto è che io sono una purista: per quanto ami la pizza con il bacon, la salsa barbecue e l’ananas, non posso umanamente definirla “pizza”. Altrettanto vale per le lasagne con la ricotta. O la mozzarella ridotta ad un cubo con cui potresti attentare alla vita del tuo prossimo. O la carbonara con il petto di pollo.
Il fatto è che per loro questo è Italiano, e allora sai cosa ti dico? Va bene! Probabilmente il vero italiano a loro non piacerebbe. E se mai dovessi aprire un’attività nel campo della ristorazione, come praticamente tutti mi hanno prima o poi suggerito, anche io dovrei adattarmi alla domanda vigente e cucinargli il pesto con gli spinaci. Orrore.
Ma amo talmente tanto questo paese, che soprassederei. 

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